I 6 fattori che incidono sul pericolo di valanghe

Le valanghe sono delle masse di neve, di dimensioni variabili che, quando si verifica una rottura della condizione di equilibrio presente all’interno del manto nevoso, a causa della forza di gravità, si staccano da un pendio per scendere verso valle. I fattori che incidono sul pericolo di valanghe sono molteplici e molto spesso si combinano tra loro contemporaneamente o in un breve lasso di tempo.

Conoscere questi fattori e saperne riconoscere gli effetti sul manto nevoso è di fondamentale importanza per prevenire gli incidenti che ogni anno da sempre succedono. Occorre sapere che ogni fiocco di neve, dal momento in cui cade al suolo al momento della sua fusione, è sottoposto ad una trasformazione, questa trasformazione può essere velocizzata o rallentata dagli agenti atmosferici quali il sole, il vento, la pioggia e dalle variazioni della temperatura.

Ma quali sono nel dettaglio i fattori che incidono sul grado di pericolo di valanghe?

  • Quantità di neve fresca. L’entità della precipitazione nevosa, e la sua intensità nel tempo, è sicuramente il primo fattore da prendere in considerazione. Indicativamente ad ogni nevicata, anche senza vento, superiore ai 30 cm il pericolo aumenta soprattutto se la precipitazione nevosa si è concentrata in poco tempo. Già sopra i 50 cm il pericolo è diffuso ed interessa i pendii anche non ripidi (30°-40°).
  • Il vento. Chiamato anche fabbricante di valanghe, è un fenomeno che ha una grossa incidenza sulla stabilità del manto nevoso e sulla sua distribuzione. Una notte di vento forte, anche in assenza di precipitazione nevosa, può far incrementare il pericolo di valanghe, nello specifico di quelle a lastroni. Questo fattore è in grado di modificare la struttura del manto nevoso e di creare pericolosi accumuli nelle zone sottovento. L’azione del vento è riconoscibile dalla presenza di cornici sulle creste, dal manto nevoso eroso, irregolare  o con superficie ondulata e ancora dal fatto che le zone più esposte (sopravento) risultano “pelate”.  Il mix precipitazione nevosa più vento è assai pericoloso. In certe situazioni anche solo 15 cm di neve fresca caduta in presenza di vento può creare una reale condizione di pericolo.
  • Morfologia e pendenza del terreno. La pendenza del pendio e le caratteristiche morfologiche su cui poggia il manto nevoso sono fattori da non sottovalutare che incidono sulla facilità di slittamento delle  masse nevose. Come regola generale ogni pendio sopra i 30° è potenzialmente pericoloso tenendo ovviamente presente che anche le zone pianeggianti possono risultare pericolose se sovrastate da pendii con pendenze superiori ai 30°. Creste, dossi e dorsali sono generalmente molto più sicuri di avvallamenti, conche e canali. I canali più ripidi oltre i 50°, a differenza di quello che molti credono, tendono a scaricare subito e quindi a stabilizzarsi prima. Conoscere preliminarmente il tipo di terreno su cui si poserà la neve può essere d’aiuto per valutare più correttamente il pericolo: un pendio erboso continuo ha un potenziale di pericolosità maggiore di una pietraia irregolare o di un pendio ricco di vegetazione.
  • La temperatura. il caldo e il freddo sono fattori non trascurabili che possono incidere positivamente o negativamente sul consolidamento del manto nevoso. Il loro alternarsi gioca infatti un ruolo fondamentale nella metamorfosi dei cristalli di neve. In genere, se la temperatura rimane bassa per molti giorni di seguito  il consolidamento del manto nevoso è più lento. Proprio per questo in pieno inverno i pendii esposti a nord, che non vengono riscaldati dai raggi del sole, sono reputati meno sicuri. Se ad un graduale riscaldamento segue un raffreddamento la resistenza del manto nevoso aumenta con conseguente diminuzione del pericolo. Viceversa nell’ipotesi di aumento repentino della temperatura  il grado di pericolo di valanghe salirà velocemente.
  • La pioggia. La pioggia comporta la fusione dei diversi strati del manto nevoso e, se seguita da un generale raffreddamento, è un fattore positivo che aumenta la stabilità dei pendii. Viceversa se, dopo la pioggia, la temperatura rimane sopra lo zero la neve aumenta di peso e perde coesione con il terreno ed in alcuni siti possono verificarsi delle grosse valanghe di fondo come quelle che in primavera segnano i fianchi di molte montagne.
  • La brina di superficie e di profondità. La brina di superficie si forma sulla superficie del manto nevoso nelle notti fredde e serene in assenza di vento. Questo sottile strato può formare una zona di resistenza molto debole per gli strati di neve che si depositeranno successivamente. A volte è possibile distinguerla per la sua particolare brillantezza ai raggi del sole o per il caratteristico fruscio che emette al passaggio. La brina di profondità è ancora più subdola e più difficile da riconoscere perchè si forma all’interno del manto nevoso pregiudicando la sua stabilità. Brevi nevicate con spessori ridotti seguite da lunghi periodi di bel tempo e freddo possono favorire la formazione della “brina di profondità”da gradiente termico elevato. La presenza di questo forte gradiente (forte differenza in uno spazio ridotto tra la parte sommitale  e basale del manto nevoso) instaura una circolazione dell’aria in senso verticale (moto convettivo) che porta alla formazione di grani traslucidi e molto fragili caratterizzati da bassissima coesione tra di loro, in grado di destabilizzare il manto nevoso. Questi strati deboli, difficilmente riconoscibili costituiscono dei piani di slittamento favorevoli per i successivi spessori che si andranno a depositare in caso di nuove nevicate.

pericolo di valangheCome vedete sono molte le variabili da considerare e da tener presenti per un analisi il più possibile oggettiva delle condizioni del manto nevoso. Un’approfondita conoscenza di questi fattori e della loro influenza positiva o negativa sulla stabilità del manto nevoso aiuta in certe occasioni, insieme alla capacità di sapere rinunciare, a tornare sani e salvi a casa prima che sia troppo tardi. Si perchè a parte i casi  più evidenti non abbiamo i raggi X per sapere ricostruire con precisione la storia di una superficie nevosa durante tutto l’inverno. Una storia fatta di giornate di sole, di neve, di vento, di caldo, di freddo, di pioggia ecc… Una storia che non sempre è facile da decifrare sul campo anche da parte di un occhio esperto.

Tabella scala europea del pericolo di valanghe

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Foto di copertina: Image credit Inmeteo.net